La difficile situazione sanitaria che ha colpito il nostro Paese, così come l’intero pianeta, unitamente alla crisi economica e finanziaria che ne deriva per imprese e lavoratori, fa emergere le innumerevoli richieste di cassa integrazione quale strumento di primo intervento.
Spesso accade, a seguito della complessa normativa riguardante gli ammortizzatori sociali, che non sia sempre di facile intuizione i valori che si ritrovano all’interno della busta paga.
Occorre sottolineare che il concetto di “ 80% della retribuzione” è un dato assolutamente teorico poiché il calcolo dell’importo orario della cassa integrazione non avviene moltiplicando per 80 e dividendo per 100 la propria retribuzione oraria ma secondo quanto di seguito specificato.
In primo luogo bisogna verificare la propria retribuzione globale lorda mensile e raffrontarla ad un parametro Inps che viene annualmente aggiornato e che per il 2020 è pari a € 2.159,48.
Se la propria retribuzione è inferiore avremo un importo massimo di cig lorda per l’intero mese di € 998,18 (al netto dei contributi ma al lordo fiscale corrisponde a € 939,89), se superiore si avranno € 1.119,72 (corrispondenti a € 1.129,66).
La retribuzione oraria si determina dividendo il valore individuato come sopra per il numero delle ore lavorabili del mese.
Facciamo un esempio:
- Retribuzione mensile lorda € 1.850,00;
- N. 10 ore di cassa integrazione a aprile;
- N. 176 ore lavorabili aprile;
Si avrà:
1. Valore di riferimento € 939,89 in quanto la retribuzione è inferiore a € 2.159,48;
2. Si divide il valore di riferimento di € 939,89 per le ore lavorabili (n. 176) e lo si moltiplica per le ore di cig (n. 10).
3. € 939,89 / 176 = € 5.34 (valore orario cig) da moltiplicarsi per n. 10 ore (€ 53,40);
4. Su € 53,40 non si versano contributi ma occorre versare il prelievo fiscale secondo la consueta tassazione (es. 23% a cui togliere eventuali detrazioni).
FB